COSA VEDERE A TRANI

La città di Trani è da sempre conosciuta come la “perla dell’Adriatico” grazie al suo irresistibile fascino e alla storia di cui è intrisa. È un’importante meta turistica grazie alle sue bellezze artistiche e architettoniche come chiese e palazzi che testimoniano il glorioso passato di questa città marinara, famosa oggi anche per la produzione di un particolare tipo di marmo conosciuto come “pietra di Trani” (pregiata roccia calcarea) e del buonissimo vino Moscato.

Trani è stata un importante scalo commerciale fino al XVI secolo tant’è che proprio qui nel 1063 è stato promulgato il primo codice marittimo del mondo occidentale, gli Ordinamenta er consuetudo maris. La tradizione vuole che il nome di Trani sia legato all’eroe della mitologia greca Diomede, il cui figlio Tirreno avrebbe fondato la città (che in effetti in passato veniva indicata come Tirenum o Turenum, nome però non attestato prima del IV secolo).

Un’altra ipotesi afferma che Trani possa essere la forma ridotta di Traiano (nome che potrebbe essere stato dato alla città in onore dell’omonimo imperatore), mentre un’altra ancora (considerata la più verosimile) ritiene più probabile una derivazione dal termine medievale trana (o traina) che indicava un’insenatura adatta alla pesca. Alcuni ritrovamenti archeologici (tracce di insediamenti abitativi dell’Età del bronzo a Capo Colonna) attestano le sue origini preistoriche, ma le tracce più concrete arrivano non prima della conquista dei Romani.

La città di Trani vanta un gran numero di chiese, per la maggior parte in stile romanico, in primis la cattedrale, che rappresenta lo splendore e lo sfarzo che aveva nel Medioevo. In tutto tra sconsacrate, demolite ed ancora esistenti se ne sono contante più di cento. Inoltre la città vantava la presenza di ben quattro sinagoghe di cui due sono andate perdute e le altre due ancora esistenti sono state riconvertite in chiese. Cosa vedere in questa meravigliosa città pugliese?

Ecco i consigli del B&B Le Marinelle

CATTEDRALE DI SAN NICOLA PELLEGRINO

La Cattedrale di Trani si affaccia direttamente sul mare ed è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. È stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all’edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere.

Orari di apertura
Aprile – Ottobre

Feriali Mattino 08:30 – 12:30
Feriali Pomeriggio 15:30 – 19:00
Festivi Mattino 09:00 – 12:30
Festivi Pomeriggio 16:00 – 21:00

MONASTERO DI COLONNA

La chiesa di Santa Maria di Colonna fu fondata, insieme all’attiguo monastero benedettino, tra la fine del sec XI e l’inizio del XII, dal nobile tranese Goffredo Siniscalco. La facciata principale si avvale di elementi decorativi tipici dell’architettura romanica: il rosone, un arco lavorato e sostenuto da agili colonnine, un architrave di finissima fattura (proveniente da un monumento pagano) e una serie di archetti pensili della cuspide. Nella Chiesa si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo, oltraggiato dai corsari saraceni e un prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana, in cambio delle reliquie di Santo Stefano, che qui si veneravano fino al 1684. Attualmente il monastero è utilizzato per iniziative culturali, concerti di musica Jazz e Classica all’interno dello splendido chiostro o nel cortile esterno. Notevole è la veduta panoramica di cui si può fruire, salendo al piano superiore, dal quale è possibile osservare la costa antistante il lungomare, sino alla villa comunale con la cattedrale sullo sfondo.

CASTELLO SVEVO

Il castello svevo di Trani è un castello edificato nella città di Trani nel 1233 sotto il regno di Federico II. Nel castello soggiornò spesso il figlio di Federico, Manfredi, che il 2 giugno del 1259 vi sposò la seconda moglie, Elena Ducas. All’estremità sinistra della villa comunale si accede all’antico fortilizio destinato alla protezione dell’estrema punta orientale del porto: il fortino è un’opera di fortificazione posta a protezione dell’ingresso del porto, sul molo di Sant’Antonio, che prende il nome da un edificio religioso del XII secolo,la chiesa di Sant’Antonio Abate, inglobata definitivamente nel 1541 all’interno della costruzione difensiva preesistente a seguito della fortificazione voluta dal Viceré Pietro de Toledo per esigenze difensive della rada del porto. La chiesa e il fortino sono stati oggetto di restauro negli anni ’80. Dalla sommità del fortino è possibile ammirare tutta l’insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la Cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti. Questo punto panoramico è considerato dai suoi abitanti uno dei posti più belli e suggestivi della città. La Torre Barbinelli fu fortificata dell XI sec. e situata in p.zza Cesare Battisti. Con scopi di avvistamento faceva parte del primo castello regio bizantino – normanno.

Orari di apertura
Novembre – Marzo

Tutti i giorni 08:30 – 19:30

Feriali Mattino 08:30 – 12:30
Feriali Pomeriggio 15:30 – 18:30
Festivi Mattino 09:00 – 12:30
Festivi Pomeriggio 16:00 – 20:30

TORRE DELL’OROLOGIO

La torre medievale è l’edificio più alto del centro storico dopo il campanile della Cattedrale. Venne fatta edificare dal Sindaco Spirito de Piczioni, nel 1473, attigua alla chiesa di San Donato. All’interno della torre, di proprietà del Comune, venne collocato un orologio meccanico, uno dei primi nel Regno di Napoli. La base della torre reca lo stemma originario della città. La torre è stata restaurata nel 1931, mentre l’orologio è stato ripristinato dopo anni di incuria solo nel 1994. Oggi la torre non è accessibile al pubblico.

VILLA COMUNALE

È il giardino pubblico più grande della città. Si estende su un terrazzamento a picco sul mare, cinto dai bastioni delle antiche fortificazioni della città. La posizione della villa offre, sul lato sud, una splendida vista panoramica del lungomare fino al Monastero di Santa Maria di Colonna, mentre dal lato nord si accede al Fortino, da cui si può godere della vista dell’intera insenatura del porto e della Cattedrale. La villa venne inaugurata nel 1824 e successivamente ampliata grazie alla bonifica dei terreni immediatamente a sud, sulla costa, nella zona denominata per l’appunto Canneto a causa dell’insalubrità dei luoghi. L’area è piantumata a palme, lecci, querce e pini, ed è abbellita da aiuole, fontanelle e giochi per bambini. Nella parte sud è presente un acquario contenente 18 vasche valorizzate con pietra di Trani che ospitano circa 500 pesci di innumerevoli specie provenienti da quasi tutti i laghi e fiumi del mondo e piante acquatiche ornamentali. Il viale centrale corre quasi interamente parallelo alla linea della costa ed è lungo 350 metri; sul viale, collocato di fronte all’ingresso principale, si trova il Monumento ai Caduti, scolpito nel 1923 dal tranese Antonio Bassi. Percorrendo il viale si incontra uno chalet del XIX secolo, sede di mostre e iniziative culturali a cura di artisti locali, e la cassa armonica, realizzata nel 1888 e recentemente restaurata e resa nuovamente funzionale; nei viali di destra sono raccolte sei colonne miliari dell’antica via Traiana, provenienti dal tratto Ruvo-Canosa.

PALAZZO CACCETTA

Il Palazzo venne fatto edificare dal mercante tranese Simone Caccetta nel 1456. È da ritenersi una delle opere più interessanti dell’architettura del Rinascimento a Trani, data la commistione di generi che caratterizza la facciata, unico elemento che ha conservato le caratteristiche originarie dell’epoca di costruzione del palazzo. La facciata principale è stata realizzata principalmente in stile tardogotico, ma oltre al portale ad arco gotico a raggiera sono presenti elementi architettonici di stili diversi,come ad esempio la bellissima trifora in corrispondenza del portone principale d’ingresso. Nel 1484, re Ferdinando confiscò il palazzo a Simone Caccetta, a causa di un tentativo di rivolta contro l’autorità regia, vendendolo per 1000 ducati all’Università di Trani. Di proprietà del comune, ha ospitato i governatori veneti fino al 1509, diventò convento dei monaci Teresiniani nel 1642 e Seminario nel settecento. Attualmente è una delle sedi staccate del Palazzo di Giustizia.La tradizione vuole che da questo palazzo la notte del 13 febbraio 1503 partì la notizia per tutt’Italia della vittoria dei 13 cavalieri italiani capeggiati da Ettore Fieramosca sui francesi nella Disfida di Barletta.

PALAZZO ANTONACCI TELESIO

Dopo l’incendio delle case degli Antonacci nel 1799, il palazzo fu edificato in quel sito nei primi anni dell’Ottocento dalla famiglia Antonacci (lo stemma di famiglia posto nell’androne che indica la data del 1761 fu prelevato dall’androne dell’attiguo palazzetto a via San Giorgio 15, pure di proprietà degli Antonacci, e posto nell’androne di Palazzo Telesio-Antonacci nel 1960 dal Duca Vincenzo Telesio e, perciò, non si riferisce alla data di costruzione del palazzo) e passò poi per successione alla famiglia Telesio, insignita del titolo di duca di Toritto, che tuttora lo abita. Con la facciata principale rivolta verso il porto sulla odierna Piazza Quercia, ha subito un ampliamento sul lato est, dopo la demolizione delle mura federiciane, nel 1845 ad opera dell’architetto Luigi Castellucci di Bitonto, il quale pure adeguò la facciata su piazza Quercia allo stile neoclassico. Il palazzo ospita all’interno il Museo delle Carrozze: una raccolta di 33 carrozze ottocentesche, appartenenti per lo più alla famiglia Telesio, oltre a finimenti e divise da cocchiere. L’importanza di questa raccolta sta nell’illustrare l’abilità artigianale dell’epoca e nel far rivivere la storia di un’intera classe sociale e di tutti coloro che per essa operavano.